“Incostituzionale e classista”. L’avvocatura contro il pagamento anticipato del contributo unificato.
«Si sta allargando il solco già profondo tra i cittadini e la Giustizia». È netta la presa di posizione del Consiglio nazionale forense contro l’ipotesi di modifica dell’articolo 16 del Testo Unico in materia di spese di giustizia contenuta nella legge di Bilancio, modifica che impedisce al personale di cancelleria di provvedere all’iscrizione a ruolo nel caso di omesso o erroneo pagamento del contributo unificato. Una contrarietà che la presidente Maria Masi ha espresso con una lettera inviata al presidente Mario Draghi e ai ministri dell’Economia e della Giustizia, nella quale ha sottolineato i dubbi in merito alla costituzionalità della disposizione.
Per il consigliere del Cnf Alessandro Patelli, «un adempimento di natura fiscale e tributario non può condizionare l’accesso alla giustizia». Ma al di là di questo profilo, ve n’è un altro, di natura politica, che dimostra la volontà «di frapporre un ostacolo all’accesso alla giurisdizione», facendo pagare, sostanzialmente, a cittadini e avvocati «le disfunzioni del sistema giustizia».